L’AQUILA – Comincia la controffensiva delle difese nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di L’Aquila su una serie di appalti gestiti dalla Regione Abruzzo. Gli avvocati Massimo Costantini e Roberto Madama, che assistono
Eugenio Rosa, titolare dell’impresa edile Iciet di Castelli, indagato nel filone sulla ricostruzione post-terremoto della sede centrale aquilana della Giunta regionale di palazzo Centi, hanno infatti presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro la perquisizione e il sequestro disposti dai pm del capoluogo.
L’udienza verrà fissata entro 10 giorni e sarà la prima occasione per i legali per conoscere le prime carte dell’indagine. Oltre a questo obiettivo, le difese mirano a rientrare in possesso della documentazione cartacea e informatica sequestrata. Si tratta del primo ricorso, e secondo quanto si è appreso altri indagati terranno lo stesso comportamento. Rosa è accusato di aver avuto favoritismi nel corso della gara, una commessa da 13 milioni di euro caratterizzata da un iter molto lungo e da più nomine di commissariali, attraverso pressioni dei vertici politici con l’acquisizione, quattro mesi prima del bando, di elaborati progettuali.
Tant’è vero che nell’appalto la sua ditta l’ha spuntata nell’offerta tecnica ma si è aggiudicato il terzo posto nella graduatoria complessiva, alla luce dell’offerta economica. L’indagine ha fatto emergere, finora, 31 indagati nei 9 fronti investigativi attualmente aperti, tra cui dirigenti e funzionari regionali, professionisti esterni, imprenditori.
Oltre al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e agli assessori regionali Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Dino Pepe. Le ipotesi di accuse, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore Michele Renzo e dal sostituto Antonietta Picardi e portate avanti dai carabinieri del Noe e dalla squadra Mobile della questura di Pescara.